adesso finalmente ci saranno.l'unico problema e' che sono progettate male e realizzate peggio.fanno letteralmente vomitare come sono "progettate",mah!a questi specialisti da due soldi ,io il boia ciclista, chiedo: ma voi sapete che c.....zo e' una bicicletta? sapete che strac...zo e' una pista ciclabile? ci siete mai andati in giro a fare la spesa con la bici,o portato i figli a scuola con la bici?NOOOOOOOOOOOOO!!!!ma come c...zo vi e' venuto in testa di creare delle ciclabili che si interrompono a singhiozzo e ti costringeranno a fare salti mortali per utilizzarle?spreco di denaro pubblico.per voi,io il boia ciclista esigo la condanna a morte!SI!! e la locale amministrazione?che c...zo hanno avvallato sto' progetto del cavolo.ci vogliono le ciclabili certo,ma che c...zo! ma non cosi'.avete per caso contattato la Fiab o altre associazioni di cicloamatori o normali utenti per consigli o altro?ma no!!!che c...zo!!!anche per voi,condanna a morte!!
giovedì 1 maggio 2008
PISTE CICLABILI A LECCE.A LECCE?MA VA!
orbene,alla fine il comune di Lecce ha deciso di realizzare le tanto desiderate piste ciclabili,per venire incontro alle esigenze di una nuova mobilita' e anche perche' dalle statistiche sulle piste ciclabili in Italia,Lecce risultava all' 11° posto dopo Forli'.MAH!!! piste ciclabili si',ma fantasma!
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2 commenti:
Qui a Catanzaro invece ne hanno fatta una sola di soli 1 km circa e con tantissie interruzioni..... non ci va nessuno in bicicletta al massimo ci passeggiano...
Caro Cicloboia,
il problema fondamentale è uno ed uno solo:
i leccesi, in genere, sono dei paesanotti travestiti da cittadini metropolitani!!!
Hanno la necessità di utilizzare l'auto o la moto per fare qualsiasi cosa, anche comprare il giornale a 50 m. da casa.
La verità è che, a Lecce, le piste ciclabili, come la metropolitana di superficie (su Gomma), non servono assolutamente a niente.
Dobbiamo metterci in testa che abitiamo in un grande paese, non in una città, e, dunque, a parte gli anziani ed i bambini, tutti dovremmo, se non per reali motivi di necessità, utilizzare le biciclette, i piedi o, quando iniziaranno a funzionare (ne dubito), i mezzi pubblici per spostarci. Quando, forse, arriveremo a ragionare in questo modo, allora potremo considerci un po' meno paesanotti di quanto non siamo.
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